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BRIGANTAGGIO A SAN SEVERINO LUCANO |
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da: http://www.sanseverinolucano.net/brigantaggio.htm |
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San Severino fu interessato dal fenomeno del Brigantaggio, già prima dell'unità d'Italia, poi riapparve e dal 1861 al 1880 fu molto più grave. Fu un ventennio di sofferenze e di lutti. Ogni attività economica era paralizzata. Si viveva esasperati ed in preda ad un panico incredibile. I briganti formavano bande che si sostenevano con furti e rapine. Nel 1861 diventò capitano delle guardie mobili Gennaro Iannarelli e per il paese diventò tutela nel periodo del brigantaggio. Il 19 dicembre 1863 una masnada di banditi comparve nel Bosco Magnano: Erano intenzionati di dare assalto ai cascinali di Cropani o addirittura di S.Severino centro. A Caramola c'era e c'è la "grotta dei briganti". Nei pressi di S.Severino esiste una contrada detta "fosso del brigante", triste ricordo del brigantaggio locale. Nella nostra zona Giuseppe Antonio Franco si distinse per la sua assurda ferocia. Il capitano Iannarelli si abbandonò a deplorevoli eccessi, a violenze indescrivibili, a spietate esecuzioni capitali che nulla avevano a vedere con il brigantaggio. Enorme terrore suscitò nella popolazione la fucilazione di Nicola Spagna e Nicola Cestari che non si erano presentati a prestare il servizio militare. Finito il brigantaggio, il capitano Iannarelli fu processato per i reati commessi. Ancora oggi ci sono le testimonianze del capitano Iannarelli: la casa, i ruderi del mulino, nei pressi di Mezzana. |
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